Un nuovo inizio, una nuova sfida


Michele Climaco - Si decolla verso un campionato ancor più competitivo rispetto al recente passato con i buoni propositi e le incognite che accompagnano l’avvio di ogni avventura. Con delle succose novità di rilievo in cabina di pilotaggio (l’avv. Salvatore Donadei alla presidenza del club e Claudio De Luca alla guida tecnica della squadra) e un equipaggio riconfermato quasi in blocco pur con qualche new entry (Paola Vella, public relations) e un leggero rimescolamento di ruoli (Antonio Vincenti, amministratore delegato e Silvano Toma, direttore generale).

Il tutto, ancora una volta, sotto la passionale regia del capitano coraggioso Alessio Antico, affiancato dall’inseparabile compagno di cordata Andrea Corallo, il responsabile dell’area tecnica più longevo della storia granata, chiamato a dare forma e contenuti alla più radicale rifondazione d’organico degli ultimi anni. Stavolta non ci sarà una base collaudata sulla quale operare i nuovi innesti. Resterà qualche under, forse qualche senior, ma non tra quelli appartenenti alla categoria dei big della scorsa stagione. Inutile al momento delineare gli obiettivi stagionali, perché fortunatamente non è solo questione di budget.

L’esperienza insegna che le reali potenzialità di una squadra emergono solo sul campo. D’altronde, ai nastri di partenza, chi avrebbe mai puntato un centesimo sul settimo posto finale del primo Nardò di Taurino? E chi avrebbe mai immaginato la sofferta salvezza dell’ultimo campionato, a dispetto della robusta iniezione in rosa di giocatori dal ricco palmares, operata la scorsa estate? De Luca non ha chiesto giocatori di nome, ma gente motivata, determinata, che abbia voglia di correre, di lottare, di affermarsi.

 Il tecnico di Castellana Grotte ha scritto le pagine più belle della sua carriera di tecnico proprio con squadre allestite con tali criteri (Monopoli, Bisceglie), andando invece incontro a grosse delusioni laddove si sbandieravano obiettivi ambiziosi (Gravina, Altamura). Nardò, d’altra parte, negli ultimi tempi, si è rivelata rampa di lancio verso i campionati professionistici di giovani calciatori il cui potenziale tecnico è emerso proprio attraverso il duro lavoro sul campo (Caporale, Mangione, Cavaliere e da ultimo De Pascalis).

Ora c’è da ricostruire una squadra dalle fondamenta. C’è la consapevolezza che non sarà facile, però si può fare. Bisognerà accelerare i tempi, ma nel contempo occorrerà anche avere molta pazienza e ponderare per bene ogni mossa di mercato. C’è una tradizione da onorare e Nardò merita una squadra dignitosa, in grado di reggere l’urto con un girone di ferro. 

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