Il derby è del Nardò.



Michele Climaco - Il derby è del Nardò in un pomeriggio rocambolesco che comincia tutto in salita e finisce in trionfo. Quando l’arbitro, con i granata già sotto di un gol, indica il dischetto, la supersfida pare avviata ad un epilogo inaspettatamente anticipato ed amarissimo. D’Agostino, non pago di aver già infilzato appena sei minuti prima il Toro, si presenta dagli undici metri per infliggergli il colpo di grazia. Sembra la fine e invece quel pallone che va ad incocciare sulla base del palo, inverte la traiettoria di un match gestito fino a quel momento con autorevolezza dal Taranto.

Il Nardò cresce pian piano, quasi senza darlo a vedere. Con pazienza e tenacia gli uomini di Taurino rientrano in partita e pongono le premesse di una ripresa romanzesca. E di una rimonta grandiosa. Al ritorno in campo il Nardò conquista subito il centro del ring, macinando gioco con continuità e intensità. E Palmisano diventa il grande protagonista del derby. Prima agguanta la sua ex squadra sugli sviluppi di un calcio d’angolo, poi si trasforma in un furetto irresistibile e mette alla frusta il dispositivo arretrato tarantino. Le sue incursioni offensive aprono improvvise voragini nelle retrovie rossoblù, fino al fallo da rigore di Manzo sull’ennesima incursione. Bertacchi trasforma dal dischetto e cambia definitivamente il destino del match.

Il miracolo si compie in appena quattro minuti. Sembra davvero di vivere una favola. C’è chi teme che l’incantesimo possa rompersi da un momento all’altro, ma il Nardò resiste alla disperata reazione del Taranto. Il forcing finale rossoblù è costante ma improduttivo. Aquaro giganteggia in area e comanda una difesa compatta e impenetrabile. Finisce con il popolo granata in delirio, che abbandona lo stadio con l’orgoglio di essere stato testimone di un pezzettino di storia calcistica cittadina.
Il Nardò vince con il collettivo e si issa sul podio della classifica a dispetto di un’inarrestabile processo di decomposizione della rosa tra infortuni e squalifiche.

 L’impronta di Roberto Taurino è evidente. Ha plasmato una squadra capace di essere propositiva e al tempo stesso ordinata e solida. E in un calcio in cui le alternative e la profondità della rosa fanno quasi sempre la differenza, lui ha imparato a collezionare successi prestigiosi pur disponendo di un arco di scelta ridotto al minimo.


NARDO'-TARANTO 2-1

NARDO' (3-5-2): 1 Mirarco; 6 Aquaro, 17 Benvenga, 33 Giglio; 8 Bolognese, 28 Gigante, 21 Bertacchi, 23 Palmisano (39'st 11 Greco), 7 Versienti; 14 Senè (29'st 13 Cetonze), 35 Cordella (22'st 18 Arario). 
Bench: 22 Rizzitano, 4 De Pascalis, 9 Mingiano, 19 Mucci, 24 Miccoli, 27 Lezzi. 
Coach: Roberto Taurino
TARANTO (4-2-3-1): 98 Antonino; 16 Pelliccia (12'st 6 Guadagno), 19 Lanzolla (30'st 10 Ancora), 32 Ferrara, 3 Carullo; 8 Marsili (26'st 17 Massimo), 4 Manzo; 20 Di Senso, 5 D'Agostino, 77 Oggiano; 94 Favetta. 
Bench: 12 Cavalli, 7 Gori, 11 Squerzanti, 21 Miale, 23 Salatino, 31 Bova. 
Coach: Luigi Panarelli
Arbitro: Simone Galipò di Firenze
Assistenti: Lorenzo D'Ilario di Tivoli e Matteo Mattera di Roma 1
Scorers: 15'pt D'Agostino (T), 6'st Palmisano (N), 10'st rigore Bertacchi (N)

Ammoniti: 20'pt Cordella per fallo di mano (N), 35'pt Lanzolla per intervento scorretto (T), 15'st Bertacchi (N) per fallo su Di Senso, 27'st Benvenga (N) per fallo su Favetta, 33'st Gigante (N) per fallo su Di Senso, 36'st Di Senso (T) per intervento falloso
Espulsi: Al 9'st Manzo (T) per doppia ammonizione 
Note: Angoli: 3-4. Recupero: 1'pt e 5'st. Terreno pesante, clima piovoso. Al 21'pt D'Agostino (T) ha fallito un calcio di rigore

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