NARDO' - NOCERINA 0-1
Scorer: Liurni 23'
NARDO’ (5-3-2): Mirarco; Frisenda (15’st Spagnolo), Centonze, Stranieri, Aquaro, Matere (32’pt Avantaggiato); Mengoli, Cancelli, Calemme; Camara, Ayina (41’st Marchionna).
Bench: Montangolo, Trinchera, De Luca, Vecchio, Botrugno, Iannucci.
Coach: Antonio Foglia Manzillo
NOCERINA (4-2-3-1): Leone; Matrone (3’st Ciampi), Mannone, Campanella, De Siena; Di Lollo, Landri; Carrafiello (9’st Sorgente (47’st Corcione)), Liurni (27’st Mincione), Poziello; Lava (34’st Tshibamba).
Bench: Bertollini, Pisani, Messina, Romano, Corcione.
Coach: Lello Di Costanzo
ARBITRO: sig. Fichera di Milano.
Assistenti: Cecchi di Roma 1 e Rastelli di Ostia Lido
NOTE: pomeriggio caldo e soleggiato. Campo in pessime condizioni. Spettatori circa 800. Ammoniti: Matrone (NO), Leone (NO), Cancelli (NA), Mannone (NO), Stranieri (NA); angoli: 4-3; recupero: 1’pt; 3’st
Michele Climaco - L’incubo
prevale sulla speranza. Non c’è ancora odore di punti nella classifica del
Nardò, al suo quarto ko stagionale. Zero punti dopo quattro gare. Non era mai
successo nei precedenti trentotto campionati di serie D. Neanche in quella
surreale e tragica stagione (13-14) culminata con la vergognosa radiazione
novembrina. Fossimo nell’antica Grecia e volessimo interpretare l’esito della
sfida con la Nocerina come un responso dell’Oracolo di Delfi sul futuro del
Nardò in questo campionato, dovremmo concludere che questa squadra sembra
destinata ad essere strangolata nella culla.
Certo
non si tratta di un destino già scritto. Tutto potrebbe cambiare con l’innesto
di rinforzi più qualificati, rispetto a quelli fin qui proposti. Perché il
Nardò di Foglia Manzillo non è una squadra senza fondamenta, ma ha bisogno di
quegli apporti di esperienza necessari a colmare limiti evidenti, in modo da
ridefinire levatura e spessore dell’intero organico. Così com’è strutturato al
momento il Nardò può battersi, ma non può competere. E così ogni sconfitta,
apparentemente, sembra frutto di episodi sfortunati e di un destino avverso, e
lascia dietro di sé una scia di recriminazioni. La realtà è invece un’altra e
consiste in una differenza di valori, anche rispetto ad oneste squadre di
categoria come la Nocerina. Differenza che alla fine emerge in tutta la sua
dolorosa realtà.
La
partita. Dopo aver proposto per cinque partite di seguito, tra Coppa e
campionato, lo stesso undici di partenza, il tecnico neretino cambia impianto
tattico e passa al 4-4-2. Due le novità in formazione Ayina è il nuovo partner
di Camara, mentre Matere (ex Cerignola) è preferito inizialmente ad
Avantaggiato; a Cancelli e Mengoli tocca assumere la pesante eredità dello
squalificato Danucci in mezzo al campo. L’avvio di gara dei granata è
complicato dall’aggressività di una Nocerina che prova subito a fare la
partita. Il peso psicologico di una classifica ancora al palo e la ricerca dei
nuovi automatismi derivanti dal cambio di assetto frenano il Nardò. I granata
mancano di ritmo nelle giocate e sviluppano una manovra deficitaria sia in
ampiezza che in profondità.
Quando
sembra finalmente essere riuscito a scrollarsi di dosso la pressione ospite, il
Nardò si ritrova inaspettatamente in svantaggio. Mirarco si fa nuovamente
uccellare su calcio di punizione, probabilmente non proprio imparabile. E’ il
23’ quando la conclusione scoccata da Liurni si insacca a mezza altezza alla
sinistra del portiere granata. Nove minuti dopo è la traversa a graziare Mirarco
su una punizione calciata da posizione più centrale da Di Lollo. Il Nardò prova
ad organizzare una reazione. Non è facile contro una Nocerina rognosa e
compatta. In assenza di una incisiva manovra d’attacco non resta che affidarsi
ai guizzi di Calemme. Il fantasista napoletano prima approfitta di un
incertezza difensiva per schiacciare di testa verso la porta (35), ma De Siena
salva sulla linea. Poi prova la conclusione in corsa dalla lunga distanza
(37’): Leone non trattiene, ma Mannone anticipa Ayina impedendogli la
deviazione da distanza ravvicinata.
Secondo
tempo. Si gioca su un terreno in pessime condizioni che rende ancor più
complesso il tentativo di rimonta. La Nocerina va alla ricerca delle occasioni
propizie in contropiede. Liurni, destinatario di un lancio smarcante in
verticale di Mannone, penetra in area ma non trova lo specchio di porta (14’).
Tre minuti dopo il Nardò rischia su una incursione solitaria del nuovo entrato
Sorgente. Il Nardò, pur con i suoi limiti, non intende arrendersi al destino
avverso. Attacca con grande generosità, non sempre accompagnata dalla
necessaria lucidità, ma fatica a far male alla retroguardia molossa. Non c’è
fortuna nell’assalto finale. Ayina esita troppo in area (33’), poi va alla
conclusione da posizione quasi impossibile e trova Leone pronto alla deviazione
in angolo. Calemme ci prova da fuori area, mancando di qualche centimetro lo
specchio (38’). L’ultimo tentativo, ancora da fuori area è di Marchionne (48’):
parabola velenosa con Leone che vola quasi all’incrocio per sventare la
minaccia.
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