Il ciclone Nardò si abbatte sulla Gelbison.



NARDO'-GELBISON 3-0
RETI: 6’st Calemme, 17’st Centonze, 46’st Mirarco

NARDÒ:
 Mirarco, Frisenda, Centonze, Danucci, Trinchera, Pantano, Natalucci, Mengoli, Camara (38′ st Montaperto), Calemme (45’+1 Avvantaggiato), Cancelli.
A disposizione: Montagnolo, Stranieri, Spagnolo, Matere, Vecchio, De Luca, Iannucci. 
Allenatore: Antonio Foglia Manzillo.

GELBISON: D’Agostino, De Simone (11′ st Zanghi), Cassaro, Diop (30′ st Maio), Mautone, De Gregorio, Caruso, Santorusso, Varela, Pipolo (23′ st Esposito), Orlando (20′ st Tandara).
A disposizione: Napolitano, Esposito, Giobbe, Rizzo, Difficile, Zullo. 
Allenatore: Luigi Squillante

Arbitro: Leonardo Mastrodomenico di Policoro
Assistenti: Lorenzo D'Alessandris di Frosinone e Emilio Giulio Leonardi di Ostia Lido


Michele Climaco - A leggere il nome di Mirarco tra i marcatori del rotondo tre a zero inflitto dal Nardò alla Gelbison, si ha quasi la sensazione che il gioco del calcio abbia subito una mutazione genetica nell’incredibile pomeriggio da tregenda vissuto in uno stadio ribollente di antica passione ed entusiasmo genuino. Dal fango del Comunale trasformato in pantano da una pioggia torrenziale sboccia il fiore di una vittoria così roboante, da farsi beffe di numeri e cifre. Al diavolo la statistica nella raffica di emozioni che si susseguono nel corso di un secondo tempo interpretato con spirito gladiatorio e destinato ad essere consegnato ai libri della storia calcistica neretina. Ed ecco piovere tre gol in 45 minuti per un Nardò capace di segnarne appena sette nelle dodici gare precedenti. Tre gol peraltro insaccati nella porta di una Gelbison trafitta appena quattro volte, prima di questo pomeriggio da incubo. E al diavolo, infine, pure la tradizione favorevole dei campani, sempre vincitori al Giovanni Paolo II nei due precedenti in campionato.

Il Nardò riscuote il credito accumulato con la sorte in un avvio di campionato fortemente condizionato da una anemica produttività offensiva, sfruttando mirabilmente due calci piazzati con Calemme e Centonze e trovando finanche il gol del suo estremo difensore, capace di trafiggere il suo collega dirimpettaio con un diabolico rilancio. Il capolavoro matura in una gara psicologicamente complessa e tecnicamente complicata, a conclusione di una settimana avvelenata da epurazioni, boicottaggi, polemiche e tensioni. Foglia Manzillo torna al 3-5-2 e affida a Pantano il compito di guidare una retroguardia imbottita di under (Centonze, Trinchera, Frisenda e  Natalucci), in virtù delle non perfette condizioni fisiche di Stranieri. Il primo tempo dei granata è permeato da un atteggiamento guardingo che è un misto di timore e strategia. C’è la necessità di non prestare il fianco alle ripartenze della Gelbison, finora molto più prolifica in trasferta (10 punti su 17), e di limitare l’handicap di una frazione di gara da giocare a sfavore di vento. E l’assenza di spunti di cronaca è l’evidente sintomo di una partita bloccata, avara di occasioni. E’ Calemme a regalare l’unico brivido, proprio in chiusura di tempo, con una velenosa parabola che sfiora l’incrocio dei pali opposto, a conclusione di una incontenibile e prolungata azione personale in area avversaria.

In avvio di ripresa il Nardò mette da parte ogni remora e si lancia con decisione all’assalto della porta avversaria. I granata collezionano due angoli consecutivi e sugli sviluppi del secondo tiro dalla bandierina, il sinistro di Centonze scalfisce l’incrocio dei pali (4’). Il gol è nell’aria e giunge al 6’: Calemme, con la complicità del terreno viscido, insacca a fil di palo, nell’angolo basso, una punizione da circa 30 metri. La Gelbison sfiora subito il pareggio con un diagonale in corsa di Orlando (8’), che Mirarco devia in angolo. Ma si tratta di un episodio isolato. E al 16’ Centonze trova la deviazione vincente sull’invitante traiettoria disegnata su punizione da Calemme. Nonostante il doppio vantaggio, il Nardò insiste, non fa respirare l’avversario e prova a sfruttare le praterie che si aprono con sempre maggiore frequenza.  Al 24’ Camara trova lo spazio giusto per affondare, Mautone prova a frenarne l’impeto riuscendo a rallentarne in qualche modo la corsa, consentendo il salvataggio con i piedi di D’Agostino in uscita.

La Gelbison sembra annichilita dalla vigoria fisica, dalla grinta e dalla determinazione di un Nardò eccellente anche per applicazione tattica. Sotto la tempesta di pioggia, Varela calcia debolmente da buona posizione al 28’. Il canovaccio del match non cambia neanche dopo l’espulsione di Mengoli per doppia ammonizione (34’). Calemme è un furetto indiavolato e al 39’ sfiora il tris con una deliziosa conclusione a giro. Il 3-0 è solo rimandato, ma a siglarlo è il più inatteso dei goleador. E’ Mirarco ad insaccare da porta a porta con un poderoso rilancio, con la complicità di un rimbalzo che inganna il collega D’Agostino. E’ il definitivo suggello di una gara indimenticabile. Il sentiero che conduce verso la salvezza resta terribilmente stretto, ma da stasera il Nardò è una squadra meno disperata.

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