Scorer: Matute 20'
NARDÒ (4-2-4): Milli; Mengoli (53' Semiao Granado), Stranieri, Cancelli, Scialpi (46' Potenza), Caputo, Sepe, De Giorgi, Tornros, Massari (46' Valzano), Gallo (53' Palazzo).
TARANTO (4-3-3): Sposito, Boccia, Caldore, Marsili, Guastamacchia, Gonzalez, Mastromonaco, Matute (53' Guaita), Abayian (98' Serafino), Falcone (88' Santarpia), Marino.
Arbitro: Luca De Angeli di Milano
Assistenti: Luca Gibin di Chioggia e Daniele Sbardella di Belluno
Ammoniti: 32' Marino (T), 59' Abayian (T), 78' Boccia (T), 78' Danucci (N)
(Michele Climaco) - Si
interrompe al cospetto del Taranto il viaggio del Nardò nella serie positiva a
reti inviolate. Si scende dal treno dei desideri con il magone delle occasioni
create e non colte, a conclusione di un derby tirato e poco spettacolare. Una
sfida giocata dai granata in uno stato di costante soggezione tattica e
agonistica per una buona mezzora del primo tempo, proprio nello spazio di tempo
in cui matura con Matute il vantaggio tarantino, poi difeso a denti stretti e
tanto mestiere fino al 98’ dalla neocapolista in coabitazione del torneo.
L’epilogo è comunque amaro perché il Taranto concretizza la sua superiorità
alla prima conclusione in porta, favorita peraltro da un disimpegno difensivo
errato, senza poi più impensierire Milli, e porta a casa i tre punti grazie ad
un paio di strepitose parate di Sposito, davvero fenomenale sulle conclusioni
di Stranieri e Granado. Nonostante la contabilità delle occasioni penda dalla
parte del Nardò, archiviare il ko come un semplice incidente di percorso appare
comunque eccessivamente assolutorio. Non può non pesare sul giudizio
complessivo la prestazione incolore e arrendevole di buona parte del primo
tempo.
Danucci
non cambia nulla o quasi, rispetto alla gara di tre giorni prima con il
Gravina. A livello di uomini l’unica novità è il rientro di Massari, dopo il
turno di squalifica; l’assetto tattico rimane il 4-4-1-1 con Gallo e Caputo
esterni alti e il recuperato 2002 alle spalle dell’attaccante svedese. Laterza
rinuncia al 4-2-3-1 e passa ad un 4-3-3, pronto a trasformarsi in un 4-1-4-1 in
fase di ripiegamento. Le squalifiche di Rizzo, Diaby e Acquadro generano una
sorta di turn-over con sei volti nuovi in campo: i difensori Boccia e Gonzalez,
i centrocampisti Matute e Marino, e i due esterni d’attacco Falcone e Mastromonaco.
L’argentino Abayan è il terminale offensivo, mentre Guaita parte dalla
panchina. Il Nardò si ritrova subito in balia della lucida aggressività e della
verve di un Taranto più organizzato e reattivo, anche se il primo tiro è un
sinistro di Mengoli che sfiora il palo. La squadra di Laterza è assoluta
padrona del campo, anche se la retroguardia neretina regge bene all’assalto
ospite.
Le
manovre d’attacco tarantine si dipanano prevalentemente sul fronte sinistro
d’attacco dove agisce con efficace il redivivo Falcone. E’ proprio lui a punire
un pateracchio in fase di disimpegno di Cancelli e De Giorgi e dare il via
all’azione che porterà al gol partita. Corre il 18’ quando l’ex promessa del
settore giovanile del Lecce ruba palla e serve Abayan la cui conclusione in
corsa viene respinta da Stranieri; Matute appostato al limite controlla di
sinistro e poi spara un potente destro che supera Milli vanamente proteso in
tuffo. Non c’è reazione da parte del Nardò, timido e confuso a centrocampo. E
Milli al 21’ deve respingere con i pugni una punizione laterale di Marsili,
battuta direttamente verso la porta. Falcone ancora in evidenza al 23’,
allorchè si accentra e dal limite confeziona un rasoterra che passa a pochi
centimetri dal primo palo. Al 29’ Cancelli rimedia con una perfetta chiusura in
diagonale su Abayan, appena dentro l’area, alla fuga solitaria dell’attaccante
argentino, favorita da un passaggio errato sulla trequarti. Al 31’ primo
intervento di Sposito, su un velenoso tiro cross di Sepe. Ben più complicato,
due minuti dopo, il salvataggio in angolo dell’estremo difensore tarantino, su
un colpo di testa in mischia di Stranieri.
Nella
ripresa Danucci si gioca tutte le carte offensive a disposizione e getta nella
mischia Potenza e Granado a dar manforte a Toernros e Caputo. E’ 4-2-4 con
Cancelli e Valzano a centrocampo e Palazzo esterno destro basso. La barriera
difensiva del Taranto, rafforzata da un foltissimo centrocampo che ha in
Marsili una sorta di mediano frangiflutti davanti alla difesa, si rivela una
sorta di muro di gomma sul quale rimbalzano tutti i tentativi offensivi
granata. Guastamacchia è implacabile nel controllo del gigante svedese
neretino. La pressione del Nardò costringe il Taranto a schiacciarsi a ridosso
della propria area di rigore, ma i pericoli per Sposito giungono solo nei
minuti di recupero. Al 47’ Granado, sugli sviluppi di un angolo, scaglia un
gran destro dal dischetto disinnescato dal riflesso felino del reattivo
portiere tarantino. Azione tambureggiante al 50’ con un primo tentativo di
Toernros e poi la staffilata di De Giorgi dal limite che termina oltre la
traversa.
Il
Taranto espugna lo stadio neretino dopo 51 anni e balza in vetta. Sconfitta
indolore per i granata a livello di classifica: restano tre i punti di vantaggio
sulla zona play-out. Non è stato il solito Nardò. E’ mancata l’aggressività e
la tenace volontà di imporsi vista nelle precedenti gare. Probabilmente anche
per merito di un Taranto ricco non solo di individualità ma anche di
compattezza, generosità e spirito di sacrificio. E capace di indossare le vesti
della squadra operaia per condurre in porto la vittoria. L’importante è voltare
subito pagina alla ripresa del campionato.
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