Scorers: Bolognese 55', Gassama 75'
AC Nardò: Rizzitano, Cassano (65' Scipioni), Versienti, Bolognese, Mingiano, Kyeremateng (80' Molinari), Arario (85' Monopoli), Frisenda, Gigante, Giglio, Prinari (C).
Bench.: Mirarco, Mancini, Centonze, Sene, Infusino, Lezzi.
Coach: Francesco Bitetto
ASD Città di Gragnano: Russo V., Grimaldi (60' Qehajaj) Elefante, La Monica, Chiariello, Cavaliere, Tascone, Martone (C), Procida (70' Achaval), Gassama, Lopetrone.
Bench: Sorrentino, Follo, Minale, Russo F., Ruocco, Di Costanzo, Piscopo.
Coach: Rosario Campana
Arbitro: Simone Pazzini di Prato
Assistenti: Daniele Conti di Lecco e Antonino Junior Palla di Catania
Ammoniti: Grimaldi, Gigante, Mingiano.
Michele Climaco - Ormai il campionato del Nardò è un vero e proprio incubo. Un cammino costellato di spine, uno slalom infinito tra sconfitte e pareggi. E’ una dolorosa traversata nel deserto della crisi. Il pareggio casalingo contro il Gragnano segna il capolinea del treno salvezza. Resta in piedi l’illusione di poter evitare la retrocessione attraverso i play-out. Già, l’illusione. Perché la prova messa in campo contro la terzultima forza del campionato è talmente deficitaria da annullare i progressi registrati contro il Bitonto e, almeno per un tempo, contro il Taranto.
Chiamato a fare la partita il Nardò si ripropone nella già ampiamente nota versione di una squadra priva del più elementare spartito di gioco. E’ un possesso sterile quello dei granata, completamente privo di una fase di finalizzazione. E così trovare la via della rete diventa una fatica immane, uno sforzo titanico. Il tempo trascorre stancamente in attesa di un guizzo, di un’intuizione , ma Prinari e Arario, i soli potenzialmente in grado di inventarsi qualcosa, non vivono una giornata di grande ispirazione. Tanto che il Gragnano, pur con tutti suoi limiti, non rischia mai l’incolumità.
L’unico vero pericolo per la retroguardia ospite nasce da una incursione sulla fascia destra di Arario, Mingiano si avventa sul pallone allontanato da Chiariello, ma il suo destro si perde di un soffio a lato. Pur votato principalmente ad un attento presidio degli spazi tira paradossalmente di più il Gragnano nel primo tempo: Procida e Chiariello sfiorano i pali della porta di Rizzitano e Versienti, per anticipare Gassama, rischia l’autorete sul velenoso traversone di Lopetrone. I gol arrivano però nella ripresa.
Il Nardò buca la rete in maniera del tutto occasionale, con un tiro cross di Bolognese che s’insacca in maniera beffarda dopo aver attraversato in diagonale l’intera area avversaria. E’ un gol che potrebbe aprire nuovi orizzonti nella tribolata stagione neretina, ma al Gragnano basta mutare atteggiamento tattico per cominciare ad aprire squarci nell’improvvisata retroguardia granata. Campana inserisce in avanti Quehajai e Achaval e arretra il raggio d’azione di Gassama. Ed è proprio il talentuoso attaccante della Guinea, alla sesta marcatura stagionale, a deviare in rete da pochi passi il cross dalla linea di fondo di Achaval.
Per una squadra come il Nardò, affetta dalla più grave forma mai diagnosticata di nanismo offensivo, ipotizzare di riacciuffare il successo è a quel punto pura utopia. E infatti finisce in parità in un clima generale di scoramento e tristezza. Il Nardò, superato dal Nola, perde un’altra posizione in classifica e si ritrova a soli due punti dal quindicesimo posto. Lo spettro di dover disputare i play-out in trasferta, insomma, si fa sempre più concreto.
Michele Climaco - Ormai il campionato del Nardò è un vero e proprio incubo. Un cammino costellato di spine, uno slalom infinito tra sconfitte e pareggi. E’ una dolorosa traversata nel deserto della crisi. Il pareggio casalingo contro il Gragnano segna il capolinea del treno salvezza. Resta in piedi l’illusione di poter evitare la retrocessione attraverso i play-out. Già, l’illusione. Perché la prova messa in campo contro la terzultima forza del campionato è talmente deficitaria da annullare i progressi registrati contro il Bitonto e, almeno per un tempo, contro il Taranto.
Chiamato a fare la partita il Nardò si ripropone nella già ampiamente nota versione di una squadra priva del più elementare spartito di gioco. E’ un possesso sterile quello dei granata, completamente privo di una fase di finalizzazione. E così trovare la via della rete diventa una fatica immane, uno sforzo titanico. Il tempo trascorre stancamente in attesa di un guizzo, di un’intuizione , ma Prinari e Arario, i soli potenzialmente in grado di inventarsi qualcosa, non vivono una giornata di grande ispirazione. Tanto che il Gragnano, pur con tutti suoi limiti, non rischia mai l’incolumità.
L’unico vero pericolo per la retroguardia ospite nasce da una incursione sulla fascia destra di Arario, Mingiano si avventa sul pallone allontanato da Chiariello, ma il suo destro si perde di un soffio a lato. Pur votato principalmente ad un attento presidio degli spazi tira paradossalmente di più il Gragnano nel primo tempo: Procida e Chiariello sfiorano i pali della porta di Rizzitano e Versienti, per anticipare Gassama, rischia l’autorete sul velenoso traversone di Lopetrone. I gol arrivano però nella ripresa.
Il Nardò buca la rete in maniera del tutto occasionale, con un tiro cross di Bolognese che s’insacca in maniera beffarda dopo aver attraversato in diagonale l’intera area avversaria. E’ un gol che potrebbe aprire nuovi orizzonti nella tribolata stagione neretina, ma al Gragnano basta mutare atteggiamento tattico per cominciare ad aprire squarci nell’improvvisata retroguardia granata. Campana inserisce in avanti Quehajai e Achaval e arretra il raggio d’azione di Gassama. Ed è proprio il talentuoso attaccante della Guinea, alla sesta marcatura stagionale, a deviare in rete da pochi passi il cross dalla linea di fondo di Achaval.
Per una squadra come il Nardò, affetta dalla più grave forma mai diagnosticata di nanismo offensivo, ipotizzare di riacciuffare il successo è a quel punto pura utopia. E infatti finisce in parità in un clima generale di scoramento e tristezza. Il Nardò, superato dal Nola, perde un’altra posizione in classifica e si ritrova a soli due punti dal quindicesimo posto. Lo spettro di dover disputare i play-out in trasferta, insomma, si fa sempre più concreto.
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