Scorer: Aquaro 91'
NARDO: Montagnolo, Frisenda,Centonze, Danucci (Mengoli 81'), Aquaro, Stranieri (Trinchera 75'), Pantano, Cancelli, Ayina (46' Camara), Calemme, Montaperto.
Bench: Mirarco, Spagnolo, Matere, Vecchio, Iannucci, Marchionna.
Coach: Antonio Foglia Manzillo.
CERIGNOLA: Tricarico, Alfarano, Caiazza, (Mentana 90'), Dicecco (Martiniello 70'), Syku, Coletti, Tancredi,(Muscatiello 75') Sindic (Russo 75'), Longo, Marotta, (Cinque 88'), Loiodice.
Bench: Sarri, Nives, De Cristofaro, Boufus
Coach: Alessandro Potenza.
Arbitro: Maurizio Barbieri di Campobasso
Assistenti: Matteo Dellasanta di Trieste e Paolo Tricarico di Udine
Ammoniti: Centonze, Stranieri e Cancelli (N), Di Cecco, Syku (C)
Michele Climaco
(a.c.- nardogranata.com) Un gran tiro di Aquaro dai 35 metri decide una partita statica e a tratti noiosa. La prima vittoria del Nardò arriva nella partita maggiormente votata al contenimento contro un quotato Cerignola abile a palleggiare ma mai incisivo.
Pochi gli episodi da raccontare. Montagnolo, che ha sostituito Mirarco, e Tricarico passano un primo tempo da spettatori non paganti.
Il portiere granata deve intervenire bruscamente in una mischia in apertura di secondo tempo, con pallone rimbalzato sul palo dopo un parapiglia sottoporta.
Il Nardò si propone in contropiede ma non trova mai lo spazio per tirare a rete.
Ci pensa capitan Aquaro a scuotere gli animi. Il difensore neretino supera un avversario sulla tre quarti e lascia partire una bordata che si spegne all'incrocio dei pali dell'esterrefatto Tricarico.
Arrivano i primi tre punti e ora il Toro può guardare con fiducia alla corsa salvezza.
a.c.
Michele Climaco - No,
non è uno scherzo. Anche se una vittoria così, all’ultimo respiro e dopo tante
delusioni, è roba da non crederci. E’ capitan Aquaro, a due minuti dal
novantesimo, con una gran bolide da fuori area, che pare telecomandato da una
sorte finalmente benevola, a regalare ai fedelissimi sugli spalti una gioia
pazzesca. E’ il gol che segna la fine di un incubo, quello di un’altra
settimana a zero punti in classifica. Tre punti per gridare forte a tutti che
il Nardò non è più il fantasma del campionato, non è più la squadra già
condannata dall’inesorabilità di un destino segnato in partenza. Dopo una serie
di cinque sconfitte di fila, ma non di prestazioni disastrose, il Nardò rompe
il digiuno al culmine di una condotta di gara che è un misto di rabbia e di orgoglio.
La
vittima è di quelle illustri. E’ quel Cerignola che comincia a rimpiangere
un’estate trascorsa nelle aule di giustizia, all’inseguimento di una chimera.
Non basta l’orrore del terreno di gioco a giustificare la prova mediocre della
compagine ofantina. Al Cerignola mancano idee e ritmo per tramutare in
occasioni da rete uno sterile predominio territoriale. Lo specchio della porta
di Montagnolo resta un traguardo irraggiungibile per Loiodice e Marotta. Merito
anche di un Nardò che offre l’ennesima prova di unità, compattezza e
organizzazione. L’esordiente Pantano, schierato largo a sinistra nel
riconfermato 3-5-2, supporta Centonze nelle chiusure su Loiodice. Il Nardò si
difende con ordine, chiudendo ogni varco senza correre alcun pericolo, per poi affidarsi
alle ripartenze di un effervescente Calemme che costringe al fallo sistematico
i suoi avversari.
Gara
bloccata e primo tempo che scorre via senza sussulti fino ad un rasoterra in
area di Loiodice rimpallato da un difensore (34’). Finale di tempo con un paio
di brividi in area cerignolana, con la deviazione in angolo di un difensore su
una conclusione al volo di Montaperto (44’) e un intervento difettoso del
portiere ospite sul successivo tiro d’angolo col pallone che ballonzola
pericolosamente nell’area piccola, prima del rinvio risolutore di un difensore.
Ayina si fa male proprio nell’ultima azione e lascia il posto a Camara in avvio
di ripresa. Molto più reattivo ed efficace nell’attaccare la profondità
l’attaccante guineano crea maggiori apprensioni alla retroguardia cerignolana.
Ma di vere occasioni da rete non se ne contano neanche nella ripresa, a parte
un nuovo tentativo di Loiodice, che va però ancora una volta ad infrangersi sul
muro difensivo neretino.
Potenza
prova ad impadronirsi del match con l’inserimento di un centravanti di ruolo
come Martiniello, senza però mutare l’inerzia della gara. Prevale la
compattezza e la diligenza tattica del Nardò, che non si fa pregare quando ha
la possibilità di ribaltare il fronte del gioco con Calemme e Camara. Minuti
finali vissuti sulle spine non per la pericolosità delle offensive ospiti, ma
per il timore di una nuova beffa finale. E invece c’è una grande gioia in
arrivo. E’ il 43’ quando Aquaro intercetta un rilancio cerignolano sulla
trequarti, scambia con Cancelli, per poi far partire un gran destro al
fulmicotone dai 35 metri che si insacca a mezz’altezza, a fil di palo. E’
l’apoteosi. Il Nardò mette la testa fuori dalla sabbia. E’ una vittoria che
luccica e illumina gli occhi.
(a.c.- nardogranata.com) Un gran tiro di Aquaro dai 35 metri decide una partita statica e a tratti noiosa. La prima vittoria del Nardò arriva nella partita maggiormente votata al contenimento contro un quotato Cerignola abile a palleggiare ma mai incisivo.
Pochi gli episodi da raccontare. Montagnolo, che ha sostituito Mirarco, e Tricarico passano un primo tempo da spettatori non paganti.
Il portiere granata deve intervenire bruscamente in una mischia in apertura di secondo tempo, con pallone rimbalzato sul palo dopo un parapiglia sottoporta.
Il Nardò si propone in contropiede ma non trova mai lo spazio per tirare a rete.
Ci pensa capitan Aquaro a scuotere gli animi. Il difensore neretino supera un avversario sulla tre quarti e lascia partire una bordata che si spegne all'incrocio dei pali dell'esterrefatto Tricarico.
Arrivano i primi tre punti e ora il Toro può guardare con fiducia alla corsa salvezza.
a.c.
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