Una discutibile direzione di gara trasforma in un safari una gara godibile


 

NARDO' - GRAVINA 2-3

Scorers: 3' Tommasone, 5' Cancelli, 32' Mariano, 82' Kharmoud, 93' Diop

NARDO' (4-3-3): Petrarca; Trinchera, De Giorgi, Masetti, Dorini; Cancelli, Fiorentino, Mengoli; Mariano (70' Alfarano), Puntoriere (70' Cristaldi), Mancarella (91' Valzano).
Bench: Centonze, Cavaliere, Caputo, De Feo

GRAVINA: (4-3-3): Vicino; Rechichi (55' Galardi), Kharmoud, Giglio (35' Sgambati, 85' Macario), Popolo; Gilli, Borgia (55' Krstevski), Tuninetti; Chacon, Diop, Tommasone.
Bench: Mascolo, Bruno, Scalera, Leigh, Scalisi

Arbitro: Antonio Liotta di Castellammare di Stabia
Assistenti: Francesco Longobardi, di Castellammare di Stabia e Antonio Aletta di Avellino

Espulsi: De Giorgi, Cancelli, il vice allenatore Manca e il d.g. Toma del Nardò, Mascolo del Gravina.
Ammoniti: Trinchera, Dorini, Alfarano, Mengoli (N), Rechichi, Borgia (G)

Michele Climaco - Il Nardò, ridotto in nove, culla per venti minuti la speranza di conquistare una vittoria da libro Cuore, poi proprio sul filo di lana vede svanire anche il pareggio. Troppi, trentacinque minuti in doppia inferiorità, per uscire indenni dall’assalto all’arma bianca del Gravina. Anche se il terzo gol, preso a recupero ormai inoltrato, a poco meno di due minuti dal fischio finale, ha il sapore della beffa più atroce. Una discutibile direzione di gara trasforma in un safari una gara godibile nei primi quarantacinque minuti. Il Nardò è costretto, suo malgrado, a vestire i panni della preda. E della vittima predestinata. Fatali agli uomini di De Candia gli avvii delle due frazioni di gara. Nel primo tempo il Gravina passa al primo affondo, dopo appena due minuti di gara. Nella ripresa il Nardò resta in dieci dopo tre minuti; quindi in nove un quarto d’ora dopo. Inflessibile Liotta di Torre Annunziata nell’espellere De Giorgi per un presunto fallo da ultimo uomo e Cancelli per un’entrata su Sgambati sulla linea del fallo laterale, all’altezza del centrocampo. Tra i due start, scioccanti e alla resa dei conti letali, un gran bel primo tempo di un Nardò riaffacciatosi in palla sul proscenio del campionato dopo il naufragio di Molfetta e i giorni tribolati per i numerosi contagi da covid in rosa.

 

Dopo cinquanta giorni di assenza dal Giovanni Paolo II De Candia riparte dal 4-3-3. Non c’è Romeo, infortunato, e in difesa si ricompone la coppia centrale De Giorgi-Masetti. Il centrocampo torna al gran completo con Fiorentino, Cancelli e Mengoli. In attacco con Cristaldi in panchina, spazio al tridente Mariano-Puntoriere-Mancarella. Il Gravina (3-5-2) cambia per sei undicesimi l’undici di partenza di Bisceglie, ma tiene in campo i big Tuninetti, Chacon e Diop. Gilli, rientra dalla squalifica e torna alla guida della retroguardia. Pronti, via e il Gravina è già in vantaggio. Filtrante di Chacon per Tommasone (2’) che non lascia scampo a Petrachi con un preciso rasoterra. Lo svantaggio non abbatte il Nardò, che rimette la gara in equilibrio in appena due minuti. E’ Mariano a servire un assist smarcante per Cancelli nel cuore dell’area di rigore avversaria. Continua  con insistenza a macinare gioco il Nardò, in attesa del momento giusto per colpire. E il gol del vantaggio scaturisce da una progressione devastante di Mariano. L’attaccante neretino si fionda su un lancio dalle retrovie, va a contendere il pallone al difensore gravinese Giglio, se ne impossessa dopo un contrasto, quindi punta in diagonale verso l’area avversaria e batte Vicino con un sinistro incrociato a fil di palo. Il Gravina ha uno score di rilievo in trasferta (5 vittorie) e con Diop prima chiama Petrarca alla deviazione (38’) e poi sfiora il palo sugli sviluppi di una punizione di Tuninetti (44’). Il Nardò chiude meritatamente in vantaggio la prima frazione. C’è determinazione, equilibrio tattico e concretezza nella prestazione degli uomini di De Candia.

 

La ripresa, dicevamo, non è più una partita di calcio, ma un safari. Le due espulsioni di De Giorgi e Cancelli aprono la caccia grossa del Gravina. Inflessibile il signor Liotta, al 3’, nel giudicare da ultimo uomo il fallo di De Giorgi su Tommasone, e da cartellino rosso l’entrata di Cancelli su Sgambati al 17’. Da ammirare la grinta e la volontà dei nove in maglia granata in campo, ammirevoli nell’interpretare una partita di sacrificio, fatica e abnegazione. De Candia arretra Fiorentino sulla linea difensiva, poi getta nella mischia Alfarano e Cristaldi; Ragone rinforza la prima linea con l’inserimento di Krstevski. Si gioca praticamente a ridosso dell’area di rigore neretina, con rare azioni di alleggerimento.  La feroce concentrazione in fase difensiva del Nardò consente di conservare il vantaggio fino al 36’ quando Kharmoud, appostato sul  palo alla destra di Petrarca, intercetta un traversone e realizza il gol del 2-2 con un tocco sotto misura. Un minuto dopo Krstevski colpisce la traversa. La resa definitiva ad un passo dal traguardo. E’ Diop, di testa, a risolvere un mischione in area, al 49’. Finale amarissimo di un match condizionato dalle decisioni arbitrali. Unica nota di consolazione di  una domenica al fiele, i risultati delle dirette concorrenti alla salvezza. Perdono quasi tutte, la classifica resta sostanzialmente immutata e il Nardò ha sempre tre gare da recuperare.   


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